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Premio Letterario Internazionale Città di Melegnano 2001
VI Edizione

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre 2001
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Antologia – Clicca qui per vedere l’antologia

Premiazione – Si è tenuta sabato 15 dicembre 2001 alle ore 15,30 presso il Salone Predabissi di Melegnano.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

La Giuria della sesta edizione del Premio letterario Città di Melegnano presieduta per la sezione Poesia dal Professor Benedetto Di Pietro e per la sezione Narrativa dal Dottor Massimo Barile dopo attenta valutazione delle opere pervenute è giunta a stilare la seguente graduatoria conclusiva.


Sezione Poesia


  • 1° classificata: Albano di Monia Balsamello, Spicchio – Vinci (Firenze)


Questa la motivazione della Giuria: “Nella lirica “Albano”, la poetessa Monia Balsanello ha saputo affrontare in maniera appropriata due temi importanti. Il primo è quello dei ricordi legati alla fanciullezza e viene affrontato senza concedere molto alla nostalgia, con un giusto distacco fa sì che tutto diventi proiezione di sé in un luogo incantato in cui poco è concesso alle scelte dell’individuo. Ma una cosa trascende quell’incantesimo ed è proprio la gioia espressa dai giovani che diventa nel contempo luce del sole e melodia della natura. Nel secondo tema il tempo è visto come arbitro assoluto dei comportamenti umani ed è l’unico che può sciogliere o rafforzare il trinomio poeta-acqua-canto. La poetessa ci prova a dare una risposta e la affida alla gestualità corporea, evitando così di coinvolgere perfino il suono della voce: “... avrai in risposta solo carezze / ed i miei passi a salutare.” Una chiusura sicuramente non risolutoria, ma intensamente lirica e liberatoria”.


Benedetto Di Pietro


  • Opera 2° classificata: Come quando di Simonetta Capponi, Roma.


Questa la motivazione della Giuria: “La poetessa Simonetta Capponi affida ai suoi versi un’analisi interiore dei fatti umani. Ipotizza un alleggerimento della coscienza per la dissipazione dei dubbi e delle nevrosi e ci introduce in un sistema in cui perfino “suicidi e finte carezze” acquistano uguale valenza perché comandati dal cuore. I sentimenti giocano un ruolo tanto importante da portare l’individuo a compiere gesti inconsulti. Ma benchè esista un’acqua lustrale che tutto purifica, la chiusura della lirica ci dice che in fondo è difficile scrollarsi di dosso sia i dubbi sia le incertezze. La vita continua con una serie di corsi e ricorsi, secondo un preciso disegno che sfugge agli uomini. Proprio come la circolarità di questa lirica della Capponi”.


Benedetto Di Pietro


  • Opera 3° classificata: La notte degli alberi di Liliana Zinetti, Casazza (BG).


Questa la motivazione della Giuria: “Liliana Zinetti affida ai suoi versi, in una visione onirica, il senso di disagio che deriva dal vivere lontano dai valori della vita. Il male universale, nei suoi versi rappresentato da “radici nere / come grosse talpe”, è visto onnipresente e capace di insinuarsi nella terra, negli alberi antropomorfi, negli animali, perfino capace di catturare le stelle e gli arcobaleni. Nel scenario surreale, l’uomo appare poco ed è solo ed inerme di fronte al continuo progredire del male. Il messaggio dei versi della Zinetti diviene essenziale e positivo: è necessario lottare per sconfiggere il male, ma eliminare anche l’indifferenza e la solitudine che attanaglia l’uomo”.


Benedetto Di Pietro


  • Opera 4° classificata: Tango di Alessandra Crabbia, Montebelluna (Treviso).


Questa la motivazione della Giuria: “Sull’onda della musica e di una bella tavolozza di colori di uno scenario sudamericano, Alessandra Crabbia ha saputo proporre un tango estremo, ballato come ultima via per il recupero di una identità fisica e psichica. In un salone delle feste, identificabile con l’immagine di un paventato “oltre”, avviene che l’epicedio della vita passata è anche una lode e un canto gioioso alla vita presente e futura”.


Benedetto Di Pietro


  • Opera 5° classificata: Qualcosa, qualcuno di Matteo Travagli, Sestri Levante (Genova).


Questa la motivazione della Giuria: “Matteo Travagli, in un’atmosfera trasparente e forte nello stesso tempo, ha saputo darci una poesia sensuale con la quale esterna i suoi particolari stati d’animo. Sull’onda dei ricordi è sufficiente una voce per risvegliare ancora sentimenti che la polvere del tempo aveva già sublimati. Una poesia di attesa dove la primavera che si annuncia rende gioioso il ricominciare da capo ogni vecchia esperienza del vivere quotidiano, secondo il richiamo ciclico delle stagioni della natura a cui anche la vita dell’uomo non può sottrarsi”.


Benedetto Di Pietro


  • Opera 6° classificata: Pezzi di mondo di Andrea Alioto, Roma;
  • Opera 7° classificata: Sulle ali della fantasia di Ermano Raso, Racconigi (Cuneo);
  • Opera 8° classificata: Il primo e l’ultimo di Ludovica Mazzuccato, S. Martino di Uzze (Rovigo);
  • Opera 9° classificata: Orizzonti di Sergio Barbieri, Voghera (Pavia);
  • Opera 10° classificata: Novembre di Angelo Colucci, Lodi.


Sono risultati segnalati dalla giuria con Attestato di merito:


  • Viaggi di Sandra di Maurizio Avogadri, Bergamo;
  • In te di Alessandro Morelli, Vicenza;
  • C‘è una casa che ha finestre di Alessandro Russo, Casnate (Como);
  • Belli e dannati di Massimiliano Badiali, Arezzo;
  • Il viaggio di Ulisse di Filippo Di Bennardo, Siviglia (Spagna).


Sezione Narrativa


  • Opera 1° classificata: Canterbury di Laura Bertoli, Casalmaiocco (Lodi).


Questa la motivazione della Giuria: “Ho letto con attenzione il gran numero di testi pervenuti al concorso e a tal proposito si rendono necessarie alcune considerazioni personali. Si deve subito chiarire che non è mai possibile, nemmeno all’Autore, chiarire fedelmente le suggestioni inconsce che fanno nascere le parole: sono innumerevoli le linee sotterranee che si avvicinano, si congiungono e si allontanano, collaborando alla stesura di un testo definitivo. Una continua ricerca tra amore e morte, fantasia ed inquietudine, incanto e disperazione. In questa atmosfera affondano le radici della vitalità e della originalità di Voi autori che avete dato vita alla fragilità quotidiana come alle meraviglie del sogno. Una sfida continua all’inerzia. Infine una dedica speciale a Laura Bertoli che è risultata la più apprezzata con il suo racconto intitolato “Canterbury”. Affido alle sue parole il mio saluto a tutti Voi: “Il senso di un libro è l’eternità. Non credo che i libri invecchino anzi mantengono sempre giovani e vitali le storie che raccontano, le immortalano nel pieno del loro vigore e le conservano così, come statue di marmo lisce e perfette. Ciò che è scritto resta per sempre. Rileggere un libro è come ritrovare un vecchio amico dopo tanto tempo e accorgersi che non è affatto cambiato”.


Massimo Barile


  • Opera 2° classificata: L’ultima Opera di Davide Ficagna, Cerano (Novara).
  • Opera 3° classificata: Scritto col rosso di Sergio Campofiorito, Mazaro del Vallo (Trapani).
  • Opera 4° classificata: Entomon di Luca Mulazzani, Gabicce Mare (Pesaro).
  • Opera 5° classificata: Il morso del serpente di Giorgia Cipelli, Pieve d’Olmi (Cr).
  • Opera 6° classificata: Un giorno nella vita di Angelo Feggi, Genova;
  • Opera 7° classificata: Residui d’amore di Paola Gallo, Crema;
  • Opera 8° classificata: Un’altra vita di Cristiano Chiusso, Venezia;
  • Opera 9° classificata: In volo di Emilia Romagnoli, Milano;


Sono risultati segnalati dalla giuria con Attestato di merito:


  • Una ipotesi come tante di Vlodja Brusà, Roma;
  • Il cerchio di Bruno Calò, Napoli;
  • Terno secco di Enrico Elvis Crotti, Biassono (Milano);
  • Confessione di un delitto di Silvia De Castiglione, Milano;
  • Il passaporto di Antonio Gambardella, Ginevra (Svizzera);
  • La guerra è finita di Mauro Lama, Gorla Minore (Varese);
  • Ciberpunk di Alessandro Scotti, Bologna.


La Cerimonia di Premiazione si terrà sabato 15 dicembre 2001 alle ore 15,30 presso il Salone Predabissi di Melegnano


Opere vincitrici

Monia B. Balsamello

Opera 1° classificata

Albano


Il vento
ed ombre di fronde
nella stasi chiara di vimini e sandali,
tu cercali tra corde di chitarre
sul finire di palmizi e strade.
Vedrai pietre usate come palchi
e artisti noi a cantare
negli incanti di lacustri rive
rinverdite da occhi chiari.


Forse
non sapremo mai intonare
la ghiaia e l’alghe, le vele
e il mormorare
di bimbi, madri e amanti
a passeggiare
nell’ora che si disfa a sera,
ma avremo note a volgere
il grido in melodia
e sguardi incatenati al sole
a tremolare.


E ancora chiedici
se scorre l’acqua sul nostro canto
e lo trascina, se il tempo scioglie
questo legame trilaterale
o lo ravviva,
se increspa il cuore la voce allegra
offerta in pegno contro il mio male.
Avrai in risposta solo carezze
ed i miei passi a salutare.


Simonetta Capponi

Opera 2° classificata

Come quando


Come quando scopri
che dubbi ed incertezze
non esistono più
e il cuore s’alleggerisce
d’un colpo
e le stagioni trascorrono
con foglie e frutti
che cambiano colore
e pure forma.
Come se nell’anima
si rincorrano
strati diversi di nevrosi
di sciatte manie
e sbatti la testa
e non senti dolore.
Come quando ti innamori
e le formiche camminano svelte
e inseguono molliche di tutto,
come noi
affamati di affetti.
E basta solo per coccolarci.
Come se
scoppiando un temporale
ci ripulissimo l’intimo
cancellassimo peccati
e gravi colpe,
suicidi e finte carezze,
gesti inconsulti
che comanda il cuore.
Come se.
Come quando.


Liliana Zinetti

Opera 3° classificata

La notte degli alberi


Ho sentito il pianto
degli alberi stanotte,
quando alta la luna
sfiorava i rami
accendendoli
in un silenzio
di cristallo.
Ho sentito il lamento
di dita rugose
contro i vetri serrati,
lo scavare cunicoli
di radici nere
come grosse talpe.
M’ha portato il vento
il pianto degli alberi,
immobilità di terra
e il loro nascere
e morire ogni volta
lontani dal cielo,
l’incessante ritmo
un brusìo di radici
lo slancio inabissato,
dolente, dai rami.


Poi, acquietati
in un sonno di neve
son volati in sogno
con i racconti degli uccelli
ad afferrare stelle
e arcobaleni.


Ho sentito gli alberi
stanotte…
mi respirava dentro,
in un sentore acre di zolle,
un propagarsi di radici.


Alessandra Crabbia

Opera 4° classificata

Tango


Quando morirò,
vienimi a prendere, padre,
danzando il tuo tango appassionato,
gli occhi verdi di pianura persi nella frenesia dei tuoi folli anni andati.
E le finestre saranno allora aperte sulla notte azzardata,
portando l’aspro e l’ardore di venti sinistri e spericolati,
e la gran sala farà sudare i pavimenti d’agonia d’amore.
Le coppie si guarderanno truci,
saettando sguardi crudeli come la vita,
e il desiderio sarà cupo e tenebroso
come un crotalo strisciante tra rocce marine sotto la luna.
E il nero o il rosso d’Argentina
infiammerà le dita esitanti,
torcerà i corpi madidi d’incanto,
impietrirà i camerieri in livrea
immobili come statue alle frontiere della morte,
mentre i ballerini danzeranno alteri e vorticosi
come fosse l’ultima possibilità d’amarsi per tutta la vita.
Il caldo e l’afrore sfoglieranno le rose,
s’appanneranno i grandi vetri per l’impeto dei fiati,
palpebre pesanti guarderanno il mondo
in un atto di passione inevitabile e audace,
e tutta la notte impazzirà tra chiome rovesciate,
frusciar di seta e tacchi arroganti.
Mi getterai tu allora un fiore feroce,
reclamando un’estrema danza:
e la mia ultima notte
esploderà allora
come le nostre vite pazze,
violente,
e disperatamente meravigliose.


Matteo Travagli

Opera 5° classificata

Qualcosa, qualcuno, nessuno


Tempo
passeggero solitario
eremita
di emozioni dense
di virtù
Cappello elegante di una vita
senza regole
tesoro di un cielo
senza nuvole
insegui la morte
giocando a carte con la vita
di noi capisci tutto
tranne i momenti
in cui ti disperdi
croce e delizia
di attimi eterni
generi
unici ricordi
come i quadri di Van Gogh
Cosa cerchi
in noi?
Quante domande
ci poni?
Fuggi senza ascoltare
le nostre emozioni.


Andrea Alioto

Opera 6° classificata

Pezzi di mondo


Pezzi di mondo
Piccole parti di un tutto mai uguale
Istruiti e dettati con enfasi
A stimolar passeggera curiosità


Utopie di saggezza
A giudicar l’effimero, il diverso
A definir giusto e ingiusto
A mascherare evidenza
A fingere coraggio


Mistero delle cose
Inflazionato di incompatibili risposte


Osservare senza vedere, imparare
Da uno schermo fittizio
Piccoli mondi costruiti per noia o solitudine
Sfiorati con sguardi,


Visioni dal di fuori
A ricercarne i perché
A carpirne proprie parti
Per non rendersi assenti o soli.


Ermano Raso

Opera 7° classificata

Sulle ali della fantasia


Ho scritto,
sulla polvere degli anni,
con la penna intinta
nel calamaio dei ricordi,
i miei giorni stupendi
vissuti sulle ali della fantasia.
Nei tuoi occhi splende
la primavera della vita;
quando si adombrano essi
assumono i colori dell’autunno,
ma sempre sanno soffiare
nel mio cuore
le sensazioni più delicate.
Volesse il tempo
scontarmi una manciata d’anni
allora sì...
mi farei airone
per posarmi là
dove volano i tuoi sogni,
poi scioglierei le briglia all’amore,
e la notte
scriverei nel tuo cuore
con un raggio di luna
quelle parole che ora
soltanto l’età
mi trattiene dal proferire.


Ludovica Mazzuccato

Opera 8° classificata

Il primo e l’ultimo


Tu sei stato il primo uomo
che il mio sguardo curioso di bimba ha spogliato
nell’innocenza di un ottobre profumato di mosto.
Il primo, dopo mia madre,
che ha accarezzato le mie forme mediterranee
nel ristoro di un tuffo estivo.
Qualche volta mi hai fatto un po’ paura,
ma mai ti ho sentito nemico,
nemmeno quando ci costringevi a rifugiarci
nel granaio saporito di fieno e di fichi secchi.
C’eri tu, complice di sospiri e di sussurri,
quando ho dato il mio primo bacio,
nella primavera di viole della nostra pianura.
Hai cullato nelle tue mani d’argilla le mie lacrime;
hai illuminato con riflessi smeraldini i miei sorrisi.
Non ti ho odiato nemmeno quando il destino
ti ha usato per portarmi via
il mio più caro compagno di giochi.
Mi piaceva ascoltarti nei desolati giorni di nebbia:
mi raccontavi le storie delle mie radici.
Il tuo nome è stato il primo
che ho imparato a pronunciare
ancora con i denti da latte,
perché sei stato sempre uno di famiglia,
ed erano solo due lettere e un accento
nel d.n.a. della mia lingua: Po!
Così come uno dei tuoi aironi,
voglio vedere la mia ultima alba
sgorgare dalle tue labbra verdi e umide di vita.
Perché nelle mie vene scorrono le tue acque,
mio amato fiume.


Sergio Barbieri

Opera 9° classificata

Orizzonti


Avevamo appena scoperto l’orizzonte
che ci trovammo a scrutare i soffitti
delle cantine trasformate in rifugi.
Avevamo appena conosciuto l’amicizia
che ci ordinarono di odiare un compagno di banco
solo perché parlava una lingua diversa.
Avevamo appena provato l’ebrezza di correre
liberi incontro al sole che ci trovammo
incolonnati a fare grottesche parodie guerriere.
Avevamo appena imparato ad avere mani pulite
quando a tavola spezzavamo il pane
che ci trovammo sudici a scavare buche
per ripararci dai mitragliamenti.
I nostri volti erano ancora sorridenti
i nostri occhi ancora fiduciosi
le nostre voci ancora squillanti
nonostante tutto.
Ma poi scoppiò la pace e ci venne ridonata
la libertà.


Ora all’orizzonte spuntano solo sacchetti
di plastica
gli amici si sono sciolti in tante tessere
di partito
corriamo solo per non timbrare in rosso
spezziamo il pane come abbiamo spezzato
la famiglia.


E tra le mani candide teniamo
le siringhe vuote
che i nostri figli ci hanno lasciato
per ricordo prima di raggiungere
il loro orizzonte.


Angelo Colucci

10° Classificato

Novembre


Rido
della nudità dell’albero
della sua arte
per farmi commuovere.


La nebbia
è apparente sconfitta
dell’azzurro.


Anche il camposanto
sta solo per caso.


Mi dimentico
persino della morte.


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